Viaggio nel Rajasthan
07-21 FEBBRAIO 2019
GIORNO 1-4
Zurigo - Panjim, Goa
Non che avessimo in programma questo viaggio intercontinentale nel bel mezzo dell’inverno Svizzero, ma quando si è presentata l’occasione di essere invitati ad un matrimonio indiano da usare come trampolino per esplorare una parte dell’India, non abbiamo potuto rinunciare.
E così alle 8:35 del 7 Febbraio 2019, abbiamo preso posto su un nuovo volo Qatar, diretto a Goa. Arriviamo a Panjim alle 2:40 del mattino seguente, e abbiamo solo il tempo di guardare fuori dal finestrino del nostro taxi per iniziare a sbirciare il nuovo mondo polveroso che ci attende lí fuori, prima di dormire qualche ora fino al primo mattino, quando dobbiamo alzarci di buona lena per incontrare lo sposo e dare inizio a una lunga giornata di shopping.
HOTEL: Casa Fortuna, Dona Paula, Panjim
Dopo una piccantissima colazione in hotel, dedichiamo la giornata ai saluti, ad osservare qualche cerimonia induista in preparazione del matrimonio, e soprattutto a procacciarci degli abiti adeguati a partecipare alle cerimonie che per 2 giorni rallegreranno questo angolo del Goa.
Dopo aver percorso avanti e indietro il caotico centro di Panjim, affollato di locali e turisti inglesi in vacanza, abbiamo acquistato 3 abiti per me e svariate camicie e completi per Nic.
SHOPPING: Fabindia | Bombay Bazaar | Mall de Goa - Sochi
Gonne, lehengas, sandali, pesanti collane d’oro, sete rosse, ricami dorati, strass, orecchini, bindi, pijamas, kurtas, pantofole, corpetti, una frenesia di inservienti pronti ad avvolgerti nelle strette pieghe dei saree, o a strizzarti in un corpetto troppo stretto per te, avanti e indietro da un negozio all’altro, da un lato all’altro della città, poi di nuovo in centro per ritirare i lavori di sartoria fatti nel giro di un’ora, per cercare di schivare chi cerca di venderti ancora un bracciale o una cavigliera e finalmente concludiamo la giornata sulla spiaggia, dove al tramonto sembra essersi riunita un’intera parte della città, che passeggia a piedi nudi sulla sabbia argillosa e scura che luccica al sole.
Dopo quelle che sarebbero state solo le prime di una serie di foto di gruppo richieste dai locali con noi strani esseri occidentali, pallidi e con gli occhi chiari, ci rintaniamo in un ristorante, per la nostra prima vera e propria esperienza culinaria indiana, o dovrei dire scontro con la piccante cucina Asiatica. I due giorni successivi trascorrono tra un turbinio di musica, colori, spezie e cerimonie indiane affascinanti e uniche.
CENA: Viva Panjim
Leggi il post sul Matrimonio Indiano e su Cosa Indossare
GIORNO 5
Panjim - Jaisalmer
Ripieghiamo i nostri saree e le kurtas, e facciamo le valigie prima di goderci due lunghissime ore di sonno dopo il matrimonio e prima che il nostro taxi arrivi per portarci in aeroporto. Prendiamo un volo per Jaisalmer alle 5:25 che ci porta verso la prima delle nostre mete del viaggio, nel Rajasthan. Arrivati alle 10:30 in un minuscolo edificio che fa da aeroporto, usciamo in un surreale paesaggio desertico, roccioso, arido, color miele, in cui il piccolo fabbricato dell’aeroporto si mimetizza. Il nostro autista ci porta verso la città, che emerge all’orizzonte tremolante come in un miraggio, lungo una strada trafficata da moto, tuk tuk, camion instabili, cammelli, carretti e persone a piedi.
Arriviamo nel piccolo agglomerato cittadino e prendiamo possesso della nostra camera, in un magnifico Haveli (abitazione tradizionale medio-borghese) gestito da una ragazza italiana. Un susseguirsi di terrazze a vari livelli, cortili, scale, e una magnifica camera con un cortile interno.
HOTEL: 1st Gate Home Fusion Hotel
Ci lanciamo subito all’esplorazione della nostra prima vera e propria meta indiana. La città, come tutte quelle del Rajasthan, si sviluppa come un agglomerato informe e indistinguibile, attorno a un forte centrale. Dall’alto delle mura la città appare un’immensa distesa di edifici indistinguibili se non per la presenza di una parabola satellitare su ogni tetto, file di indumenti appesi ad asciugare, e qualche bambino che gioca sulle terrazze sui tetti.
Finita la visita al forte, ci addentriamo nei vicoli della città, senza una meta precisa, per esplorare le strade non battute dai turisti, di cui comunque non c’è traccia in giro, e andare a vedere qualche Haveli. Non avendo trovato alternative adeguate tra i ristoranti italiani (i soli che popolano insolitamente questa città), ceniamo in hotel, con cucina italiana anch’esso, con una magra pizza e qualche altra delizia indiana, e alla mattina, prima dell’alba, ci dirigiamo alla stazione per la nostra prima vera avventura, il viaggio in treno che ci porterà a Jodhpur.
GIORNO 6
Jaisalmer - Jodhpur
Arriviamo nella stazione ancora buia, tanta la gente che attende sulla banchina: saliamo sul nostro treno azzurro che arriva sferragliando rumorosamente, dove abbiamo due posti nella Sleeper Class, una carrozza dotata di letti a castello ripiegabili, su cui sedersi o dormire. Il viaggio è lunghissimo, circa 6 ore, che trascorrono chiacchierando con un paio di indiani che occupano i posti di fronte al nostro, un militare e suo padre, che mi parlano di qualche curiosità sull’india ma per lo più mi chiedono dettagli sulla Svizzera.
Ad ogni stazione, sale un ragazzo con un contenitore gigante per dispensare thè caldo, e nelle principali stazioni, si scende per accaparrarsi la colazione nei chioschi da strada che popolano i marciapiedi. Un peperone in pastella e una frittella di lenticchie (kachori) sembrano essere la colazione tipica dei viaggiatori.
Dopo il lunghissimo viaggio in treno, giungiamo a Jodhpur, dove contrattiamo un passaggio fino in hotel, una pericolante casa avvolta dalle liane situata a un crocevia sporco e brulicante di gente. Alloggiamo anche qui in un Haveli, meno curato ma caratteristico, dalla cui camera all’ultimo piano, dopo aver superato ripidissime rampe di scale, abbiamo una bella vista del forte.
HOTEL: Jhankar Haveli
Dedichiamo quel che rimane del pomeriggio a passeggiare in direzione del forte Mehrangarh. Visitiamo questo maestoso edificio Moghul: dalle mura del forte si ammira un bellissimo panorama sulla città blu, così chiamata per il colore di tante delle case che compongono l’agglomerato, un tempo case della casta dei Brahmini, tinteggiate di varie tonalità di azzurro intenso.
Un intreccio di edifici, piazze, cortili, stanze intarsiate di specchi e stoffe colorate, compone il bellissimo forte, dal quale poi ci allontaniamo verso il tempio Jaswand Thada, da cui ammiriamo un bel tramonto. Torniamo verso il centro cittadino, e ci rechiamo a cena in un ristorante in cima a un edificio con vista sul forte illuminato.
CENA: Jharokha 360
GIORNO 7
Jodhpur - Udaipur
Esaurite le attrazioni turistiche principali, decidiamo di dedicare la mattinata ad esplorare la città blu. Ci addentriamo nei vicoletti dell’agglomerato cittadino, dove di prima mattina i negozianti puliscono le strade prima di aprire le loro botteghe.
La strana e surreale abitudine di gettare ogni sorta di rifiuto lungo la strada, sia sul passaggio carrabile che nei canali di scolo a cielo aperto, rende necessario un’immensa operazione di pulizia al mattino, quando tutti si adoperano per ammassare in grandi pile di rifiuti, spazzando con scope di rami il suolo e sollevando nuvole di polvere e detriti. Ad un certo punto della mattinata, passeranno addetti alla pulizia, per lo più ragazze o donne munite di guanti di stoffa e fasce per proteggere bocca e naso, che collezionano questi rifiuti su carretti rudimentali trascinati a mano, per andare a scaricarli fuori dal centro abitato. Non è facile abituarsi a questo modo di vivere, e disorientati ci portiamo dietro per qualche ora i resti degli incarti della nostra colazione, coraggiosamente avvenuta in un chiosco rinomato per servire il lassì al cardamomo e i kachori più buoni della città, se non del Rajasthan. Nonostante le riserve sulla pulizia del posto, quello che abbiamo mangiato era così buono da richiedere un bis a fine mattinata.
COLAZIONE: Shri Mishrilal Hotel
Ci perdiamo per qualche ora nel groviglio di strade della città, e camminiamo tra edifici, per lo più fatiscenti, blu come il cielo, intarsiati da mille decori e da fitte grate in stucco alle finestre. Perdiamo le tracce del Forte, unico punto di riferimento, e senza meta continuiamo a camminare nelle aree più periferiche, che brulicano di negozi, bancarelle di frutta sulla strada, angoli ricolmi di fiori dove i venditori li infilzano in ghirlande per ornare le statue dei templi.
Facciamo incetta di spezie e torniamo a prendere i bagagli nel nostro hotel, dove viene a prelevarci l’autista che abbiamo ingaggiato per portarci a Udaipur, la nostra meta successiva. Sulla strada ci fermiamo al tempio Hindù di Ranakpur, un surreale luogo di culto che sembra scolpito dentro un unico blocco di pietra bianca intarsiato di mille rilievi e scandito da colonne ricchissime di sculture. Una breve sosta per interrompere il viaggio lungo più di 4 ore, e giungiamo alla nostra meta.
Il nostro hotel si trova a qualche passo dal lago, un magnifico specchio d’acqua su cui affacciano tutti i palazzi eleganti di Udaipur. Facciamo una breve passeggiata per andare a cena, in un bellissimo hotel con vista sul lago, dove mangiamo su un tavolo incastonato in una finestra aggettante sul lago, scalzi e sdraiati sui cuscini.
CENA: Jagat Niwas Palace Hotel | HOTEL: The Neem tree
GIORNO 8
Udaipur
Un nuovo giorno, e un nuovo palazzo imperiale. Visitiamo il palazzo di Udaipur, un’imponente fortezza Moghul che troneggia sul lago, e poi passeggiamo nei vicoli commerciali della città, quello dei gioiellieri, quello dei mercanti di stoffe, quelli dei mercati alimentari e delle spezie.
Al pomeriggio, ci rechiamo sul lago, questa volta sulla sponda opposta, dove fotografiamo un bellissimo tramonto, con le luci che si accendono sui palazzi e che si riflettono sullo specchio d’acqua tranquillo, con mille colori. Facciamo appena in tempo a concludere la nostra seduta fotografica, che è già ora della cena. O meglio, di preparare la cena. Ci siamo infatti iscritti, alla mattina, a una lezione di cucina, per imparare a preparare qualche pietanza indiana, vista la peculiarità di ciò che abbiamo mangiato e soprattutto, per capire un pò meglio cosa si nasconde dietro a quelle salse curry fumanti e piccanti.
Alla lezione di cucina, prendono parte una signora indiana che parla un inglese appena sufficiente a farsi comprendere, e suo figlio, che a volte si occupa di spiegare meglio i dettagli. Impariamo a preparare del palak paneer, una salsa di base per ogni piatto definito curry, del pane naan semplice, farcito e al burro, e mangiamo la cena più prelibata di tutta la nostra permanenza in India.
CORSO DI CUCINA: Shashi’s cooking classes
GIORNO 9
Udaipur - Pushkar
Per raggiungere Pushkar, dove andare in treno sembra essere più difficile del previsto, dato che la ferrovia non arriva, prendiamo il treno fino ad Ajmer, e da qui un taxi. Arriviamo nel pomeriggio, nel nostro Haveli: un enorme portone in legno ci accoglie in un cortile signorile un po’ decadente, circondato da alte pareti attraversate da balconi e scalinate, il tutto avvolto in un groviglio di liane e piante rampicanti che precipitano nel vuoto, scosse da qualche scimmia che si arrampica e che cerca di intrufolarsi in camere e ristorante per rubare qualcosa da mangiare.
HOTEL: Inn Seventh Heaven
Attraversiamo il piccolo centro cittadino, una stradina sterrata affiancata da case e bazaars, che a differenza delle altre località in cui siamo stati, vendono chincaglierie turistiche e souvenirs. Decidiamo di separarci dalla folla di turisti che stranamente inonda le strade vicino al grande tempio di Brahma, e ci spostiamo sul lago.
Le strade cittadine sono concentriche al perimetro del lago, e la più interna, il bazaar, ha una serie di accessi trasversali, attraverso le case e le botteghe, che conducono con delle scalinate al livello del lago, il fulcro della cittadina.
Questo lago, circondato da immense gradinate (ghaat) coronate dal retro degli edifici del nucleo urbano, è un luogo sacro, dove i pellegrini, i religiosi, e qualche occidentale alla ricerca del Nirvana, si recano per bagnarsi piedi, testa, o fare abluzioni per beneficiare del potere delle acque sacre. Si cammina obbligatoriamente scalzi, e visto lo scarsissimo igiene dell’area, dove mucche e uccelli circolano liberamente, abbiamo tenuto i calzini, che dopo essere serviti anche per la passeggiata del mattino seguente, sono finiti in una pattumiera. Vi sconsigliamo caldamente di rimanere scalzi.
Il tramonto è bellissimo, indora tutti gli edifici e il lago, e ci godiamo questo momento facendo qualche fotografia. Ceniamo in hotel, con un pasto poco degno di nota, vista la scarsità di ristoranti e locali puliti dove mangiare in città.
GIORNO 10
Pushkar - Jaipur
Ci svegliamo prestissimo per andare ad ammirare l’alba sul lago. Fa molto freddo, ma nonostante ciò i fedeli imperterriti affollano le sponde del lago e si denudano per fare il loro bagno rituale nelle vasche ricavate lungo il perimetro.
Attendiamo il nostro autista, che ci accompagnerà ad Ajmer. Da qui, dopo una lunga attesa di un treno in ritardo, partiamo per Jaipur. Perdiamo molto tempo in stazione per ricongiungerci con l’autista che deve scortarci in hotel, e partiamo nel tardo pomeriggio. Arriviamo nel nostro alloggio, una casa privata arredata con sfarzosi rasi e legni di dubbio gusto. Abbiamo una camera con bagno a vista all’ultimo piano.
HOTEL: Aura Homestay Royal Villa
Con Uber ci facciamo portare a visitare un famoso pozzo a gradoni, il Panna Meena ka Kund. Torniamo in città, e facciamo una lunga passeggiata al tramonto nel centro della città rosa, andando a fotografare l’Hawa Mahal e le porte della città fortificata. Passeggiamo per i bazaar notturni, e infine andiamo a cena.
CENA: Peacock rooftop restaurant
GIORNO 11
Jaipur - Agra
Prepariamo le valigie e ci apprestiamo ad andare al forte Amber, un’altra stupenda fortezza Moghul che troneggia sulla città, a grande distanza. Il forte è grande ma molto affollato. Ci perdiamo tra i giardini, i matronei, le stanza deserte, e concludiamo la nostra visita. Torniamo in città, dove visitiamo il palazzo reale, con i suoi portali intarsiati da pavoni e le sue costruzioni rosa. Facciamo un’altra tappa all’Hawa Mahal, stavolta di giorno, andando a gustarci un burrito e un lassì al mango.
PRANZO: The Tattoo Cafe & Lounge
Visitiamo l’osservatorio astronomico, e facciamo una rapida tappa fotografica al Patricka Gate, al Jawahar Circle, prima di andare a riprendere i bagagli e farci accompagnare in stazione, per prendere il nostro treno per Agra. In città Uber è il modo più economico e rapido per spostarsi, e ci ha aiutati durante tutto il viaggio.
Arriviamo ad Agra a tarda sera, dopo aver mangiato qualcosa in treno, e andiamo subito a dormire in vista della sveglia prima dell’alba del giorno successivo, per la nostra visita al Taj Mahal.
HOTEL: Seven Hills Tower Agra
GIORNO 12
Agra - New Delhi
Ci svegliamo prima delle 5. Attendiamo un Uber-tuk tuk che ci porti vicini all’accesso del monumento, e facciamo la breve fila che ci conduce al primo accesso delle 6 del mattino, preventivamente prenotato online.
Un giardino, un portale, e subito si para davanti a noi il magnifico spettacolo del Taj Mahal, avvolto nella bruma mattutina. La folla di persone scompare al cospetto di questo monumento magnifico, il giardino è abbastanza grande da far sparpagliare le persone, e i punti da cui fare foto sono ben studiati, per non avere la visuale occupata da orde di turisti in cerca dello stesso scatto.
Torniamo in hotel per fare le valigie e passeggiamo nelle poverissime strade dell’agglomerato che si sviluppa attorno al Taj Mahal. Dopodichè, ci avventuriamo nel centro cittadino. Anche qui, visitiamo il Red Fort, un decadente complesso di edifici, dal quale si ammira in lontananza la grande moschea bianca. Passeggiamo nelle strade di Agra, e infine andiamo in stazione per prendere il nostro ultimo treno, alla volta di New Delhi.
Arrivati a Delhi, ci sorprende un diluvio che crea scompiglio nella moltitudine di taxi e gente che affolla la stazione: dividiamo un Uber con altri ragazzi e arriviamo in hotel. Usciamo per andare a cena, in una sorta di fast food che prepara cucina del sud dell’India. Attendiamo in coda all’esterno per un po’, e poi ci gustiamo una modesta cena.
HOTEL: Bloomrooms Janpath | CENA: Saravanaa Bhavan
GIORNO 13
Delhi
Ci muoviamo a piedi dal nostro hotel per esplorare ogni angolo della città. Facciamo una breve tappa all’Agrasen ki Baoli, un suggestivo pozzo a gradoni che sorge tra i moderni edifici per uffici di Nuova Delhi. Arriviamo passeggiando nel traffico a Connaught Place, un grande snodo stradale che consiste in una enorme piazza circondata da edifici concentrici. New Delhi non offre molto di speciale da visitare.
Raggiungiamo Vecchia Delhi, le cui strade brulicanti di gente, dove si fa fatica a camminare nella densissima folla, orbitano attorno all’arteria centrale, Chandni Chowk. Non si tratta di un quartiere esteticamente piacevole, un reticolo di strade degradate e negozi fatiscenti, ma non troverete un quartiere più rappresentativo dell’India come Old Delhi.
Dopo aver trascorso qualche ora a farci strada tra i tuk tuk e i commercianti appesantiti dai sacchi pieni di peperoncini sulla testa, visitiamo il Red Fort. Un posto semi abbandonato, e dopo aver visto gli splendidi forti del Rajasthan, ne siamo rimasti fortemente delusi. Rientriamo verso Connaught Place nel tardo pomeriggio, e ci concediamo uno spuntino in uno sfarzoso caffè.
SNACK: Farzi Cafe
GIORNO 14
Delhi
Di prima mattina andiamo a Sud di Delhi per visitare la Baha’i House of Worship, comunemente conosciuta come Lotus Temple. Si tratta di una enorme struttura in marmo in forma di fiore di loto che ospita un tempio per la pratica della religione Baha’i. Riprendiamo un taxi e ci spostiamo in una zona più esterna della città, per visitare il complesso del Qutb Minar, un sito storico che ospita i resti di moschee, di un minareto, e di porticati intarsiati nella pietra.
L’ultima zona, ancora a Sud, che visitiamo, dopo aver fatto una attenta ricerca per trovare qualcosa di bello da vedere a Nuova Delhi, è Lodhi Colony: un quartiere risalente agli anni ‘40, costruito in origine per ospitare gli ultimi ufficiali dell’esercito britannico che risiedevano nella capitale con le loro famiglie. Gli isolati che costituiscono la colonia sono realizzati con edifici simmetrici e quasi identici e negli ultimi anni l’amministrazione ha concesso circa 20 facciate ad artisti internazionali che hanno trasformato queste pareti in tele su cui realizzare capolavori artistici di ogni genere.
Dopo aver passato qualche ora a cercare il murales più suggestivo, torniamo in centro città dopo il tramonto, e andiamo a cena, prima di tornare a prendere le valigie e andare in aeroporto per prendere il nostro volo delle 3:40 del mattino per tornare a Zurigo.
CENA: Desi vibes
Questo contenuto NON È SPONSORIZZATO, ma è basato sulla mia genuina esperienza personale. Opinioni positive e negative spontanee, condivisibili o meno, che spero possano aiutare a vivere esperienze di viaggio migliori. I miei consigli sono una guida per accompagnarvi nelle vostre esplorazioni, ma il viaggio vero, lo costruite voi!