Scoprire Hội An: la città delle lanterne
Tantissime voci che riecheggiano da ogni vicolo, arrivando dal fiume, sul quale fluttuano lanterne di bambù attaccate a decine di piccole imbarcazioni a punta e sulle cui acque galleggiano piccoli lumini di carta che si allontanano seguendo la corrente, portando con loro desideri e speranze.
Strade gremite di persone, che passeggiano incantate sotto alle bouganville e ai gelsomini che cadono dai tetti scoloriti come una pioggia di fiori colorati e profumati che inebriano l’aria e gli occhi. Decine e decine di lanterne, affollano i negozi di souvenir, o dondolano smosse dal vento tra le fronde e sopra la testa dei passanti con lo sguardo rivolto all'insù.
Si schivano i rickshaw e le biciclette, si aggirano carretti che vendono tortine di mango e pancake con i gamberi.
Nonostante le bellezze storiche di Hoi An e un posto d’onore tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO, è la magia dell’atmosfera che permea le sue strade pedonali a lasciare un segno della memoria. Il caos, i profumi, i rumori, i colori, tutto in perfetta armonia nell’imperfezione dei suoi dettagli. Un posto davvero magico, che invita a vivere più che a vedere.
Fa venir voglia di sedersi su un minuscolo sgabello claudicante al margine esposto del fiume a mangiare spiedini di carne cotti su una minuscola griglia sul marciapiede da un ometto scalzo e sorridente, di farsi trascinare dagli insistenti acchiappa-turisti dei bar su una terrazza a sorseggiare un caffè al cocco e ad osservare la vita che scorre lungo la corrente del fiume. Di entrare in un negozio di ceramiche facendosi largo tra le ciotole sul pavimento a cercare qualche souvenir o a contrattare, scrivendo su una calcolatrice, con le signore che al mercato cercano di venderti pesce fresco e mangostane.
Fa venir voglia di cambiare programmi, per fermarsi a vedere uno spettacolo di strada con costumi da imperatori, di entrare in un negozio di thè a sorseggiare un infuso di bambù contemplando una vasca con le ninfee.
Un susseguirsi ininterrotto di negozi di sarti, souvenir, caffè e paccottiglia, che però ha qualcosa di unico e speciale, avvolto nella luce delle lanterne e nella musica che riecheggia dai bar.
Hội An è stato un fiorente porto che si trovava sulla rotta commerciale tra l’India e la Cina. A partire dal 1600, numerosi mercanti facevano tappa in questo luogo per diversi mesi, aspettando i venti favorevoli per rientrare a casa. Le diverse comunità di mercanti, specialmente quelle cinesi, colonizzarono le aree accessibili dal fiume, e costruirono abitazioni, che occupavano periodicamente, e case delle corporazioni o templi, nei quali si radunavano. Inizialmente solo degli abitanti provvisori, man mano alcuni di loro iniziarono ad essere permanenti in questo porto, che per lungo tempo divenne un animato scalo portuale.
Oggi, alcune abitazioni storiche, le case delle corporazioni e alcuni templi sono visitabili. Entrando si ha uno squarcio nel passato, con imponenti abitazioni in legno scuro, con elementi architettonici provenienti da diverse culture, tuttora abitati dai discendenti della generazione che fondò la città.
È facile visitare Hội An: tre strade principali parallele al fiume ospitano la maggior parte degli edifici storici e di maggior pregio. Questa zona è chiusa al traffico (di automobili) e si passeggia liberamente anche tra i vicoli trasversali da cui fa capolino il Fiume Thu Bon, che separa la città vecchia, da alcuni isolotti che ospitano numerosi e chiassosi ristoranti e qualche resort.
Per lo più si tratta di passeggiare casualmente tra le sue strade, fermandosi qua e là per visitare qualche edificio storico. A questi si accede tramite un biglietto (150.000 đồng vietnamiti) con 5 talloncini che può essere acquistato in diversi chioschi sparsi per la città vecchia. In ogni luogo che visiterete, verrà staccato un talloncino, e se si vuole esplorare più attrazioni, bisognerà comprarne un altro. Per la nostra esperienza, 5 è un numero adeguato di attrazioni per avere un’idea dell’architettura di questi edifici. Il ponte coperto giapponese, che non farete fatica a notare, è tecnicamente accessibile solo con il biglietto. Ma considerando che è un luogo di passaggio tra la zona centrale della città vecchia, e una zona più marginale e tranquilla, sempre pedonale, non viene chiesto il biglietto, a meno che non si voglia entrare a vedere una sala interna del ponte.
Alla sera, il lungo fiume si anima esageratamente. Compaiono decine di chioschetti che cucinano street food, che srotolano una distesa di sgabelli e tavolini improbabilmente bassi, su cui gustare il cibo di strada. Questi, contribuiscono a creare l’atmosfera che si respira tra profumi inusuali e bellissime lanterne illuminate.
Hội An ospita decine di produttori artigianali di lanterne, realizzate in bambù e seta, che oltre a popolare i negozi, decorano ogni angolo della città. Specialmente alla sera creano un’atmosfera davvero magica e unica. Se avete l’occasione di visitare Hội An in una sera di luna piena, sappiamo che in città viene proibito l’uso di qualsiasi fonte di illuminazione che non sia una lanterna e i locali si spingono a largo nel fiume per depositare sulle sue acque centinaia di lumini di carta.
Il mercato lungo il fiume è anch’esso una folcloristica esperienza. Le signore, in attesa sotto i loro cappelli a cono, dispongono con cura bellissima frutta ma soprattutto tantissime erbe aromatiche, nelle caratteristiche ceste di bambù circolari. Lungo il fiume, nella tranquillità del mattino, vi capiterà di dover schivare decine di queste ceste, nelle quali i noodles fatti a mano asciugano al sole.
Potrete visitare il mercato, eventualmente, in una lezione di cucina vietnamita, attività molto diffusa a Hội An e che vi fornirà l’occasione di approfondire di più la cultura del luogo.
Da Hội An è anche facilmente raggiungibile il santuario di My Son, a un’ora di distanza in auto.