Un matrimonio in India: cosa aspettarsi
Nella mia bucket list non ci sono solo città da visitare o terre remote da esplorare. Ad ogni meta, o quasi, sono associati altri desideri: volevo andare in Giappone in primavera durante l’Hanami, esplorare gli Stati Uniti a bordo di una Mustang lungo la Route 66, sarebbe bello esplorare la Finlandia a Febbraio per fare un’escursione in slitta tra le distese innevate.
E se qualche anno fa mi aveste chiesto se mi sarebbe piaciuto visitare l’India, avrei risposto: “sarebbe favoloso andare in India e partecipare a un matrimonio”. Una di quelle cerimonie grandiose, fatte di colori, profumi, cibo esotico, gioielli e musica. E come se avessi sfregato la lampada del Genio di Aladino, a Dicembre abbiamo ricevuto un invito per un matrimonio di amici in India, più precisamente nel Goa, programmato per Febbraio. Un matrimonio meno tradizionale del solito, che si è svolto lontano dalle città di origine dei nubendi e che ha coinvolto solo un “piccolo” stuolo di 200 persone. Ciononostante, l’atmosfera non è stata meno festosa.
Per quanto pomposo possiate immaginare un matrimonio indiano, le nostre menti da austeri europei non sono allenate a concepire tutto ciò che orbita a queste magnifiche cerimonie, e i 3 giorni che abbiamo trascorso a Panjim, la capitale, sono stati un susseguirsi di sorprese e affascinanti rituali. Quindi ecco un’infarinatura di cosa vi attende.
LA PREPARAZIONE
La sposa trascorre il giorno precedente alla cerimonia con le donne delle due famiglie, a farsi arabescare braccia e piedi con disegni propiziatori fatti con Hennè, che rappresentano gli sposi e una serie di altri simboli astratti ben auguranti. Le altre donne partecipano al rituale facendosi tatuare solo le mani.
Noi (unici non-indiani che hanno partecipato alla cerimonia) abbiamo trascorso la giornata a cercare abiti locali per tutte le 4 cerimonie di cui il matrimonio è costituito.
Ebbene si, quattro. Quattro diversi momenti, ognuno con un proprio tema, ognuno con un colore o un dress-code associato, ognuno richiedente un appropriato e diverso abbigliamento.
IL MEHENDI
La prima delle cerimonie ufficiali è il Mehendi: il ricevimento inizia al mattino, non troppo presto e non troppo in orario come da abitudine indiana. Parola d’ordine: colore! Circondati da arredi e drappi colorati e da una musica festosa, tutti gli ospiti partecipano allo stesso rituale della sposa, e si fanno dipingere i dorsi e i palmi delle mani come segno propiziatorio. I disegni della sposa, che hanno richiesto una intera giornata, sono molto più articolati ed estesi, ma anche un piccolo rosone disegnato sulla mano contribuisce a farti sentire più a tuo agio tra la folla addobbata a festa.
Il pasto sancisce la fine di ogni cerimonia: un buffet di curry e altre specialità indiane, da assaggiare e godersi con attenzione per i palati poco allenati.
LO SCAMBIO DELLA DOTE
Il pomeriggio è il momento della siesta per i parenti più anziani, e il momento di arrotolarsi in un nuovo saree per i partecipanti più giovani. Si svolge la cerimonia del fidanzamento ufficiale di fronte a tutti i parenti e all’officiante Hindù del matrimonio. Le famiglie donano la dote di ciascuno al futuro sposo o sposa, e questi doni ( collane, gioielli, oggetti in argento) vengono benedetti dal sacerdote.
IL SANGEET
Il nostro tema per l’avvenimento serale erano i colori pastello, il tutto in rigoroso coordinamento con l’abbigliamento degli sposi.
La cerimonia serale si chiama Sangeet, e consiste di una serie di balli e canti in cui si esibiscono parenti e amici per augurare buona fortuna alla nuova coppia. Un incredibile turbinio di vestiti e stole, di persone che coreografano canzoni più o meno movimentate, di improbabili zii anziani che si muovono all’unisono su un palco, di gruppi di amici che si esibisce in passi di danza comici. I due sposi si dedicano reciprocamente dei balli, e dopo un ultimo ballo di coppia, tra conviviali risate sulle performance, si da inizio al buffet della cena.
L’HALDI
Il secondo giorno inizia con l’Haldi, e il tema è il giallo. L’Haldi è la cerimonia durante la quale, separatamente per sposo e sposa, i rispettivi parenti benedicono i giovani cospargendoli di riso e di una pasta di curcuma. Si dice che abbia non solo significato ben augurante, ma che le proprietà della curcuma aiutino la pelle a distendersi e gli sposi a rilassarsi in vista della grande cerimonia.
Per gli amici dello sposo, è per lo più l’occasione di una sorta di addio al celibato, in cui torturano lo sposo infilandogli spezie piccanti in ogni possibile posto!
IL CORTEO DELLO SPOSO
Il pranzo, ovviamente, spezza la giornata, e al pomeriggio ci si prepara per i rituali del matrimonio vero e proprio. Noi abbiamo preso parte, vestiti di sete colorate, al corteo dello sposo, in quanto suoi invitati. Questo corteo si chiama Baraat: lo sposo arriva su un cavallo bianco adornato, e i suoi amici e parenti lo seguono per strada ballando al chiassoso ritmo di tamburi. Si raggiunge la famiglia della sposa, e questa arriva con un corteo elegantissimo, camminando su petali di rosa e vestita di rosso, in segno di fertilità. Risplende di ogni possibile oggetto d’oro che un umano possa indossare, da pesantissimi orecchini, a vistose collane, all’elegante piercing al naso collegato alla capigliatura da una sottile catenella d’oro.
IL MATRIMONIO HINDÙ
Gli sposi si scambiano ghirlande fiorite da mettere attorno al collo, e poi si recano sotto al Mandap, un gazebo decorato, sullo sfondo del bellissimo tramonto sul mare di Goa. Qui si svolge una interminabile cerimonia che mette alla prova anche i parenti anziani più ligi.
Qualche ora di canti cantilenanti, che accompagnano i cerimoniali in cui il padre consegna la figlia allo sposo, in cui vengono fatte offerte davanti al focolare al centro del mandap, in cui gli sposi vengono legati insieme e guidano una piccola processione attorno al fuoco. La serata si conclude con giochi organizzati dagli amici, qualche ballo che coinvolge tutti gli invitati, e ovviamente un lauto pasto.