Las Vegas vale il viaggio?
Io a Las Vegas ci ero già stata, negli anni ‘80, quando ero alta poco più di mezzo metro. Avevo appena compiuto un anno, e i miei genitori, probabilmente, non si saranno goduti molto la città del vizio e delle nottate brave con un marmocchio al seguito. Era richiesto l’abito da sera, i bambini non potevano entrare nei casinò e gli hotel erano al massimo del loro splendore.
Ne ho sentiti tanti di racconti di quel viaggio, e non vedevo l’ora di visitare Las Vegas. Sfortunatamente il mio entusiasmo è stato fiaccato dal traffico intenso, dal rumore frastornante, dalla mole di gente che si riversa sulle strade, dai casinò troppo pieni, dalle moquette consunte degli hotel.
Las Vegas è un’oasi nel deserto, letteralmente. La strip, fiancheggiata da alberghi e casinò, è circondata da una densa distesa di distretti residenziali molto poveri e degradati, in cui le abitazioni sono nascoste dietro ad alti muri di cinta sormontati da filo spinato. Una contraddizione continua, dove la ricchezza si concentra su un’unica sfavillante strada centrale che nasconde dietro le sue quinte una città fantasma.
Le strade sono un formicaio di gente. Si fa fatica a camminare. Dal Messico centinaia di famiglie si riversano a Las Vegas, e si procede a stento sui marciapiedi. Non siamo riusciti a trovare neanche posto in un ristorante, e dopo aver cercato tutta la sera, ci siamo accontentati di un fast food scelto a caso. I casinò sono solo l’ombra di quelli dei racconti dei miei genitori: adesso le loro porte sono aperte, sulla strada, e chiunque, anche i bambini, può entrare a curiosare tra i tavoli da poker. I famosi spettacoli di luci e fontane sono gremiti di gente, e bisogna sgomitare per ritagliarsi un posto per assistere. I casinò e gli alberghi più storici sono rimasti fermi nel tempo, con le camere poco ammodernate e la moquette anni ‘70. Le strade sono tempestate di negozi di chincaglierie e fast food.
Non è tutto da buttare, a Las Vegas. Gli hotel più lussuosi, comunque, mantengono un certo standard di eleganza, e propongono stanze anche di alta categoria a prezzi abbordabili. I loro casinò sono un pò più esclusivi, ma traboccano comunque di turisti.
È una sfaccettatura importante del folklore statunitense, ma eleggerla tappa imperdibile di un viaggio sarebbe troppo. Forse è comunque una meta che va visitata una volta nella vita, come a fare un pellegrinaggio in un luogo icona del nostro immaginario. Ma penso che la Las Vegas dei miei genitori, quella degli anni ‘80, avesse tutto un altro sapore.