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L'Alta Via delle Dolomiti 4: percorsi e consigli

L'Alta Via delle Dolomiti 4: percorsi e consigli

Quando si tratta di trekking, di paesaggi montani, di qualche giorno lontano dalla civiltà e immersi nella natura, non potrei consigliarvi posto migliore delle Dolomiti.

Sarà che il mio fedele compagno di viaggio, Nic, ha speso tutta la sua infanzia tra queste rocce, tra questi prati, tra le cime innevate e le vallate remote del Trentino. Potrebbe dirvi dove si trova guardando una sola cima, e organizzare un'escursione di un giorno o un mese; e da quando viaggiamo insieme, non perde occasione per farmi scoprire ogni possibile angolo di queste montagne, d'inverno o d'estate, con scarponi o sci ai piedi, una mappa nella tasca e un sacco a pelo nello zaino.

Il bello delle Dolomiti è che offrono spunti per i tranquilli amanti dei paesini di montagna, per i cacciatori di montagne inospitali e drammatiche, per gli appassionati di storia, per i turisti e gli escursionisti meno esperti che cercano solo una passeggiata di qualche ora (o ancor più comodamente una risalita in funivia) per immortalare le famose Tre Cime, o per i trekkers accaniti, che amano camminare per ore e giorni, senza vedere mai la meta, che si trova sempre una cima più in là, tra vallate coperte dai prati, e morene scoscese.

Se vi state chiedendo a quale categoria apparteniamo noi, vi basterà leggere il resoconto del nostro trekking durato 4 giorni sull'Alta Via 4, tra paesaggi incredibili, ascese interminabili, qualche tratto attrezzato un pò troppo esposto per i miei gusti, e spartani rifugi ricchi di atmosfera e buon cibo.

GIORNO 1

PARTENZA: Moso (Sesto), 1350 m - parcheggio gratuito a Bagni di Moso

ARRIVO: Rifugio Locatelli, 2405 m

TEMPO IMPIEGATO: 3 h

DISLIVELLO SALITA/DISCESA: + 1300 m, - 200 m

DIFFICOLTÀ: T3

Iniziamo il trekking alle 11:00. Questo percorso può essere intrapreso partendo da San Candido, Dobbiaco, o partendo da Moso, dove noi abbiamo iniziato l'ascesa così da percorrere la pittoresca Val Fiscalina. Il tratto iniziale appartiene all'Alta Via 5. La prima parte del trekking è dolce e piacevole, attraverso boschi densi di pini, coperti dai prati e punteggiati da masi in legno.

Seguendo il sentiero 102 arriviamo, in circa 3 ore al rifugio Locatelli: il percorso attraversa la Val Sassovecchio, tra zone rocciose attraversate da ruscelli, e più dolci vallate verdi. Il tratto che percorriamo non è faticoso e si inizia a godere di una bella vista sulle cime più aspre. Arriviamo al rifugio alle 14:30, armati di panini allo speck preparati su strada al mattino.

Il programma pomeridiano prevedeva di arrivare al rifugio Comici, dove avevamo in programma di pernottare. Abbiamo intrapreso il trekking in Agosto, quando tutti i rifugi sono tendenzialmente prenotati, e il rifugio Locatelli, che occupa la posizione più pittoresca nei dintorni era pieno da mesi. Azzardiamo tuttavia il tentativo di chiedere in rifugio se qualche posto si fosse liberato, e riusciamo a guadagnarci due posti in un piccolo dormitorio secondario, davvero molto spartano ma con vista privilegiata sulle Tre Cime di Lavaredo.

Ci allontaniamo dalla folla che orbita attorno al rifugio in pieno giorno, e proseguiamo, senza gli zaini, parte del percorso programmato per il pomeriggio. Iniziamo alle 15:45 il giro del monte Paterno sul sentiero 101, fino al rifugio Pian di Cengia: questo si raggiunge attraverso un sentiero che scala una costa rocciosa dove troviamo delle gallerie di guerra estremamente suggestive. Queste montagne, infatti, sono state il teatro degli scontri di frontiera della Prima Guerra Mondiale, e sui percorsi che le attraversano si trovano sovente gomitoli di filo spinato delle trincee, resti di oggetti metallici e lattine, e gallerie scavate nella roccia tempestate di graffiti militari.

Dopo una sosta-strudel al rifugio, proseguiamo verso il Passo Fiscalino, ci ricongiungiamo al sentiero 104 e tra prati verdi e qualche marmotta, torniamo verso il rifugio attraverso la Forcella Lavaredo, al cospetto delle Tre Cime. Il rifugio ci offre una conviviale e spartana cena alle 19:00: cancì al burro (mezzelune di grano saraceno) ripieni di ricotta e spinaci e formaggio alla griglia con polenta, che fanno sembrare il lungo percorso che abbiamo intrapreso, molto più dolce.  Alloggiare in questo rifugio offre la possibilità di rimanere dopo il tramonto, quando la folla di turisti si disperde, e il silenzio e il crepuscolo avvolgono le Tre Cime che campeggiano sullo sfondo.

GIORNO 2

PARTENZA: Rifugio Locatelli, 2405 m

ARRIVO: Rifugio Città di Carpi, 2130 m

TEMPO IMPIEGATO: 8.45 h

DISLIVELLO SALITA/DISCESA: + 1000 m, - 1300 m

DIFFICOLTÀ: T4 (con passaggi attrezzati difficili)

Colazione, imbracciamo gli zaini e sotto la pioggia battente iniziamo il lungo percorso della giornata, attraverso il sentiero 105 che costeggia le Tre Cime e offre un panorama eccezionale. Facciamo una pausa di circa mezz'ora al Rifugio Auronzo alle 10:30, fermati dalla pioggia battente, cercando di asciugare i vestiti già zuppi, e poi ripartiamo sul sentiero 117 (Sentiero Attrezzato Bonacossa) tra panorami mozzafiato sui due lati della cresta che percorriamo, qualche postazione militare e alcuni passaggi attrezzati particolarmente esposti che vi consigliamo di attraversare con l'attrezzatura da ferrata, anzichè sprovvisti come noi.

Arrivati alla Forcella Rinbianco, percorriamo un tratto in salita fino al Rifugio Fratelli Fonda Savio, 2367 m, dove ci fermiamo per il pranzo. Ripercorriamo al contrario il tratto che conduce al rifugio e proseguiamo sul sentiero Durissini. Saliamo e scendiamo ripetutamente, tra vallate e forcelle, fino a raggiungere l'ultima valle, alla fine della quale si trova il rifugio Città di Carpi che ci ospita per la notte.

L'ultimo tratto è piacevole e poco difficile, anche se noi abbiamo dovuto percorrerlo correndo sotto un nubifragio violento, tra lampi e tuoni, e siamo arrivati fradici e surgelati alla meta, dove dopo una velocissima e costosissima doccia calda divisa in due per riacquistare sensibilità, ci siamo riscaldati con un sostanzioso piatto di patate e speck.


GIORNO 3

PARTENZA: Rifugio Città di Carpi, 2130 m

ARRIVO: Rifugio Vandelli, 1928 m

TEMPO IMPIEGATO: 8 h

DISLIVELLO SALITA/DISCESA: + 400 m, - 600 m

DIFFICOLTÀ: T3 (con passaggi attrezzati)

L'alba al rifugio ci offre un panorama bellissimo sui Cadini di Misurina che emergono aspri dal bosco verde. Proseguiamo il percorso sull'Alta Via 4 attraverso il sentiero 120, per circa 1 ora, raggiungendo il Rifugio Col De Varda, abbastanza frequentato poichè attrezzato con una funivia che collega al Lago di Misurina. Noi percorriamo questo tratto a piedi, fino al lago, con un bellissimo scorcio sul Cristallo di fronte a noi. Questo tratto dell'escursione è molto facile, e anche frequentato da escursionisti della domenica e famiglie.

Una volta arrivati al lago, imbocchiamo il sentiero che costeggia la statale che conduce ad Auronzo, fino al Bivio Dogana Vecchia. Facciamo quasi tutto il percorso sulla strada principale, ad eccezione di un breve tratto nel bosco che raggiunge i Passo Tre Croci (1791 m). Dopo pranzo riprendiamo il cammino sul sentiero 215 verso il Rifugio Vandelli, dove pernottiamo. Questo tratto del percorso è frequentatissimo, poichè conduce al famoso Lago Sorapiss, che è molto gettonato tra ragazzi, escursionisti improvvisati e turisti stranieri. Il percorso si conclude in circa due ore, ma nel pomeriggio è molto fastidioso effettuarlo verso il lago, poichè si incontra una moltitudine di gente che rientra dall'escursione giornaliera e che affolla gli stretti tratti, anche attrezzati, sul versante scosceso della montagna.

Arriviamo comunque in tempo per goderci il lago ormai deserto, al crepuscolo, a pochi metri dal rifugio: un diamante di un azzurro irreale incastonato tra vette rocciose e aspre, immobile e imperturbabile.

GIORNO 4

PARTENZA: Rifugio Vandelli, 1928 m

ARRIVO: Cortina

TEMPO IMPIEGATO: 8 h

DISLIVELLO SALITA/DISCESA: + 700 m, - 500 m

DIFFICOLTÀ: T4 (con passaggi attrezzati molto esposti)

Come la sera precedente, prima della colazione ci rechiamo al lago deserto, dove godiamo della meravigliosa alba su questo irreale specchio d'acqua che ancora immobile riflette le montagne. Il colore innaturale e opalescente del lago è generato dalle polveri calcaree finissime trasportate in queste acque dall'erosione delle rocce circostanti. 

Alle 8:00 riprendiamo l'ultima (lunghissima) parte del percorso, lungo il sentiero 215, allontanandoci dall'Alta Via 4 e imboccando la 3. Costeggiando il lago, e risalendo sul pendio che lo veglia, arriviamo alla Sella di Punta Negra (2636 m). Il sentiero, dopo una prima forcella, prosegue su un paesaggio deserto e inospitale, all'ombra delle alte cime che costeggiano un vallone cosparso di detriti. Per raggiungere la forcella si percorre un molto poco amichevole tratto esposto e attrezzato.

Quando sembra di aver finalmente raggiunto la meta, ci attende una ripida discesa verso la conca di Cortina, su un costone ghiaioso che mette alla prova anche le ginocchia più allenate. Il lungo percorso della mattina è molto faticoso considerata la stanchezza pregressa dei giorni precedenti, e con fatica (almeno io) raggiungiamo il Rifugio Tondi, dove ci fermiamo per pranzo e decidiamo di concludere la giornata raggiungendo Cortina con la funivia che parte dal Rifugio Faloria poco più in basso. (biglietto solo andata 8 € a testa) Rientriamo al parcheggio in autobus da Cortina.

Questo incredibile percorso ci ha condotti tra panorami spettacolari, ma è stato fisicamente molto stressante, almeno per un escursionista ancora poco avvezza come me. Se però vi sentite allenati, e vogliosi di tornare a casa con eccezionali fotografie impresse nella memoria, non perdete l'occasione di ripercorrere i nostri passi e portare a termine questa bellissima avventura, magari pianificando qualche più dolce alternativa ai passaggi più impervi.


Questo contenuto NON È SPONSORIZZATO, ma è basato sulla mia genuina esperienza personale. Opinioni positive e negative spontanee, condivisibili o meno, che spero possano aiutare a vivere esperienze di viaggio migliori. I miei consigli sono una guida per accompagnarvi nelle vostre esplorazioni, ma il viaggio vero, lo costruite voi!

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