La tradizione dell'Alpabzug
Avete intrapreso l’ultima passeggiata in montagna prima dell’inverno, in autunno, quando le pendici delle Alpi si colorano di larici ingialliti e betulle spoglie. C’è uno strano silenzio rispetto all’estate, ma non capite di cosa si tratta finchè non trovate il primo recinto elettrificato aperto, e allora si inizia a fare tutto più chiaro: non si sentono campanacci di sottofondo, nessun muggito disturba o rallegra la quiete delle passeggiate alpine, sono scomparsi i recinti attorno alle malghe o i cancelli che a volte interrompono i percorsi per confinare le mandrie in una specifica area sono aperti. Le mucche, le regine indiscusse delle Alpi svizzere, quelle gigantesche creature dal mantello grigio e inverosimilmente lucido che vi osservano perplesse ruminando erba mentre attraversate con lo zaino i loro pascoli, non ci sono più.
Sulle Alpi svizzere, le mandrie bovine vengono portate in montagna, per godere dei soleggiati e freschi pascoli estivi, alla fine della primavera, e rimangono tra le malghe in legno e i freschi ruscelli montani per poco più di quattro mesi.
Alla fine dell’estate, in tutta la Svizzera, si celebra l’evento della discesa a valle delle mandrie prima dell’autunno. Questa tradizione, chiamata Alpabzug, cioè transumanza alpina, coinvolge non solo i pastori, ma anche le persone del villaggio in cui le mandrie ritornano, che le accolgono con festeggiamenti e sagre.
Per gli escursionisti che hanno la fortuna, o l’intenzione, di trovarsi nelle valli dove le mandrie scendono, si tratta di una vera e propria attrazione. Le mucche vengono decorate con fiori e nastri, portano appesi al collo giganteschi campanacci che suonano la colonna sonora della loro passeggiata, e sfilano in folti gruppi lungo le strade di montagna.
Ogni valle o alpeggio ha la sua data, e online si trovano facilmente informazioni sui weekend, tra Settembre e Ottobre, e i luoghi in cui è possibile osservare questa simpatica manifestazione.